Agrifoglio: albero tra Yule e Imbolc – Ogham Tinne

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L’AGRIFOGLIO NEL MITO, NELLE LEGGENDE E NEL FOLKLORE

Mentre la quercia era il re del bosco della metà chiara dell’anno, l’agrifoglio controlla i mesi bui dell’inverno, quando la quercia è dormiente.

Si pensava infatti che ad ogni Solstizio i due re combattessero per prendere il sopravvento sull’altro. Al Solstizio d’Inverno predominava l’agrifoglio, al Solstizio d’estate la quercia.

Di questa visione non vi è riscontro nelle fonti celtiche più antiche, ma alcuni racconti tra il quattordicesimo e il diciassettesimo secolo ci lasciano intravedere una tradizione probabilmente precedente.

Nel romanzo “Sir Gawain e il Cavaliere Verde”, scritto in medio inglese del XIV secolo, Galvano, cavaliere della Tavola Rotonda, accetta la sfida del Cavaliere verde, un essere completamente verde, immortale, armato di una mazza di agrifoglio, che dichiara che permetterà a chiunque di ucciderlo se quella persona lascerà fare lo stesso anche a lui un anno e un giorno dopo.

Questa storia è in realtà più antica e deriva da un mito irlandese, dove Gawain è impersonato dall’eroe Cú Chulainn. Entrambi potrebbero rappresentare il cavaliere della quercia.

 

Nella ballata “Sir Gawain’s marriage”, il matrimonio di Sir Gawain, che si trova nel Percy Folio, libro di ballate inglesi usato da Thomas Percy per compilare le sue “Reliques of Ancient Poetry”, Re Artù dice:

Percorrendo una brughiera vidi una dama, seduta tra una quercia e un verde agrifoglio, di scarlatto era vestita.

La dama era probabilmente la Dea, per la quale secondo il mito gallese il Cavaliere della quercia e il Cavaliere dell’agrifoglio combattono ogni Beltane.

Sebbene anche questo manoscritto sia decisamente successivo all’epoca celtica (XVII secolo), parte del suo materiale risale al XII secolo.

 

Con la quercia, l’agrifoglio condivide anche il fatto di essere maggiormente colpito dai fulmini rispetto agli altri alberi. Le foglie sono infatti mini-conduttori e quindi, per lo stesso motivo del re del bosco, anche lui era associato agli Dei del tuono, come Taranis. Inoltre, era spesso piantato vicino alle abitazioni per proteggerle dai fulmini.

 

I druidi credevano che l’agrifoglio possedesse qualità protettive. Si pensava che portare le foglie all’interno durante i mesi invernali avrebbe fornito riparo dal freddo al popolo delle fate, che in cambio sarebbe stato gentile con chi abitava la dimora. Per questo motivo, nonostante l’agrifoglio fosse un albero sacro, era permesso di farne delle talee e di tagliarne dei rami da portare in casa. Il suo abbattimento era comunque considerato un atto sfortunato.

UTILIZZO DELL’AGRIFOGLIO IN ANTICHITÀ

PER CURARE

Le foglie dell’agrifoglio erano usate per curare raffreddore e febbre, inoltre, con le foglie in polvere si preparava un tè curativo per il morbillo e le ceneri delle foglie bruciate venivano utilizzate per fare una bevanda che si diceva calmasse la pertosse.

La radice, staccata in autunno, è diuretica.

La corteccia, staccata in autunno, è febbrifuga e antisettica.

Le foglie, sono calmanti pettorali.

I frutti, sono vomitivi e purgativi.

UTILIZZO MAGICO

L’agrifoglio è un protettore.

 

Se l’argomento OGHAM ti interessa, dal 2021 io e Efrem Briatore, guida ambientale escursionista ed esperto in meditazione e riconnessioni, abbiamo creato un videocorso sull’Ogham, per conoscere gli alberi legati all’alfabeto arboreo, sia dal loro punto di vista simbolico e dell’utilizzo che i celti ne facevano, attraverso i miti e le leggende, sia attraverso la conoscenza dell’energia dell’albero a cui è legato.

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