Quercia: albero di Lughnasadh – Ogham Duir

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LA QUERCIA NEL MITO, NELLE LEGGENDE E NEL FOLKLORE

Di tutti gli alberi, la quercia è considerata il re, per la sua longevità e resistenza.

Il suo nome in inglese, oak,  deriva dalla parola anglosassone ac, ma in irlandese la parola è daur e in gallese dar o derw, tutte parole che probabilmente derivano dal greco draus.

Alcuni studiosi considerano questa l’origine del termine DRUIDO, poiché i druidi sono sempre stati associati ai boschi sacri, e in particolare ai boschi di querce.

Vediamo per la prima volta la quercia come sacra ai Druidi nel passaggio degli scritti di Plinio, dove viene raccontato dei riti religiosi che i druidi compivano nei boschi di querce e del rito della raccolta del vischio sacro che cresce su questi alberi. Strabone parla anche di alcune tribù dei galati stanziate in Asia Minore,  che si ritrovano in un luogo chiamato Drunemeton, che si traduce come: il nemeton del bosco di querce, ovvero il boschetto sacro di querce.

In Irlanda esistevano cinque alberi sacri, portati da Trefuilngid Tre-ochair che apparve improvvisamente a Tara. Aveva con sé un ramo su cui c’erano ghiande, mele, noci e bacche. Questi frutti furono piantati in cinque diverse parti dell’Irlanda, e da loro crebbero cinque grandi alberi, uno per ogni provincia, fino a quando non furono abbattuti dalla Chiesa nel VII secolo. Tra questi c’era la grande Quercia di Mugna che sorgeva nel sud di Kildare e produceva ghiande e mele rosse.

La quercia era venerata da molte culture e spesso era associata ai fulmini. In effetti questo è l’albero più soggetto ai fulmini tra tutti quelli della foresta. Questo gli antichi lo avevano osservato e avevano collegato i loro Déi più potenti a questo albero e al fulmine: Zeus, Taranis, Thor.

 

Il Dagda, il grande Dio dei Tuatha de Danann, possedeva un’arpa, chiamata Dur-dà-Bla, la quercia dei due boccioli. La magnifica arpa gli fu rubata durante la guerra contro i Fomori e lui andò di notte a recuperarla. I Fomori stavano banchettando, ma il Dagda richiamò a sé lo strumento e questo si staccò dal muro, cadde su nove nemici uccidendoli e andò nelle mani del dio.

Nella tradizione l’apprezzamento per la quercia non svanì con il cristianesimo, tuttavia molte chiese paleocristiane sorsero su boschetti sacri di querce che vennero rasi al suolo. La credenza della sacralità della quercia sopravvisse anche nel folklore: quest’albero era immaginato come un essere vivente che, quando veniva tagliato, gridava disperatamente tanto da essere sentita a miglia di distanza e spesso si vendicava del boscaiolo, mutilandolo o uccidendolo.

 

 

UTILIZZO DELLA QUERCIA IN ANTICHITÀ

PER CURARE

La quercia è utile anche dal punto di vista curativo.

Le foglie, sono astringenti e depurative.

Le foglie venivano usate come antisettico per curare le infezioni dell’apparato digerente, le eruzioni cutanee, le ferite e le ustioni. Inoltre, frequentavano la quercia anche per i suoi poteri curativi, che in alcuni luoghi erano considerati così grandi che la guarigione poteva avvenire semplicemente camminando intorno all’albero e desiderando che il disturbo fosse portato via dal primo uccello che si posava sui suoi rami.

Le galle sono astringenti ed emostatiche.

 

NELL’ALIMENTAZIONE

I contadini, nei periodi di magra, macinavano le ghiande, opportunamente trattate, per farci il pane.

 

UTILIZZO MAGICO

Le bacchette di ontano vengono utilizzate nelle cerimonie di resurrezione (la resurrezione della primavera dal freddo dell’inverno, ad esempio).

 

Se l’argomento OGHAM ti interessa, dal 2021 io e Efrem Briatore, guida ambientale escursionista ed esperto in meditazione e riconnessioni, abbiamo creato un videocorso sull’Ogham, per conoscere gli alberi legati all’alfabeto arboreo, sia dal loro punto di vista simbolico e dell’utilizzo che i celti ne facevano, attraverso i miti e le leggende, sia attraverso la conoscenza dell’energia dell’albero a cui è legato.

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