Le fonti degli OGHAM | Lo studio dell’alfabeto sacro druidico
Che cosa sono gli Ogham?
I celti trasmettevano la propria cultura solo oralmente (anche se per la scrittura ufficiale utilizzavano le lingue dei popoli vicini, come per esempio il greco). I detentori della cultura del popolo era i druidi, sacerdoti, ma anche consiglieri del re, guaritori, conoscitori dei movimenti cosmici e della Terra e poeti. Essi si dividevano in tre categorie in base alla loro specializzazione e i bardi erano coloro che mantenevano nel tempo la conoscenza poetica. Studiavano più di 20 anni per arrivare a conoscere a memoria tutto il corpus di miti e storie necessarie.
I celti però avevano anche una forma di scrittura, chiamata Ogham (si legge Oam). Nel Libro di Ballymote si dice che questo alfabeto fosse stato creato da Ogma, un Dio celtico della battaglia, l’eroe guerriero che era però anche il Dio della scrittura. Egli lo diede agli uomini colti perché avessero un linguaggio segreto non utilizzabile dagli stolti.
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Le fonti degli Ogham

Nel poema ogni albero si unisce al combattimento con le sue caratteristiche. Per questo motivo è riconducibile agli ogham, in quanto conosciamo di ognuno un qualche aspetto.
Il testo è molto criptico perché ritrovato fuso con altri testi cristiani, in un incrocio di strofe rimesse in ordine da Robert Graves.
Probabilmente il testo narra di una qualche conoscenza nascosta che ancora nel 14 secolo circola in ambienti protetti, in modo da mandare avanti la cultura druidica. In ogni caso a noi interessano gli aspetti legati ad ogni albero e su quelli ci concentreremo.
Dalla mia sede, a Fefynedd,
la forte città,
ho osservato gli alberi e le erbe
affrettarsi insieme.
Rifuggendo dalla gioia,
di buon grado si disponevano
sotto forma delle lettere principali
dell’alfabeto
…
sotto la radice della lingua
Una lotta spaventosa,
e un’altra che infuria
dietro, nella testa
Quest’ultimo verso lascia intendere che la battaglia sia solo metaforica e interessi, invece, il linguaggio e la conoscenza (bocca e testa).

Nel poema San Ronan sta tracciando i confini del suo futuro monastero nelle terre del sovrano Suibhne, che, infuriato e nudo (tratto inserito per rappresentarne la pazzia) si precipita dal religioso e lancia nell’acqua il salterio del santo. Mentre il re è schiumante di rabbia viene avvertito da un messaggero che si sta combattendo una battaglia presso Magh Rath.
Ronan ritrova il suo salterio e maledice Suibhne, che sarà costretto a errare senza meta, nudo, per tutto il mondo finché non sarà ucciso da una lancia. Prima della battaglia di Magh Rath, Ronan benedice i soldati, ma dell’acqua santa tocca Suibhne, il guerriero quindi trucida un chierico per lavare la maledizione cattolica nel sangue di un innocente.
Il re irlandese viene nuovamente maledetto da Ronan, Suibhne dovrà volare, come un uccello che ha perso l’orientamento, folle e confuso, finché non mirirà. Il poema seguirà quindi il folle errante fino alla sua morte.
Nel poema però compaiono varie righe relative agli alberi, ne vengono tracciate le lodi. In tutto sono 17 gli alberi citati, tutti appartenenti agli Ogham.

Bríatharogam Morainn mac Moín
Bríatharogam Maic ind Óc
Bríatharogam Con Culainn
I primi due di questi si trovano nel Libro di Ballymote, mentre la terza è nota solo dai manoscritti del XVI e XVII secolo.
Libro di Ballymote, Auraicept na n-éces – scritto da un erudito di nome Longarad nel VII secolo con aggiunte anche più tarde.
Libro di Ballymote, In Lebor Ogaim – Il trattato sugli Ogham è indipendente dall’Auraicept ed è la nostra fonte principale per il Bríatharogaim.
L’Ogam Tract fornisce anche una varietà di circa 100 varianti di modi di scrittura degli ogham. Alcuni di questi sono elenchi di parole basati sull’alfabeto e alcuni sembrano implicare un sistema numerico di conteggio e di memorizzazione. La maggior parte, tuttavia, sono semplicemente variazioni sui modi di scrivere l’alfabeto.
La formazione del poeta implicava l’apprendimento di centocinquanta varietà di ogham – cinquanta in ciascuno dei primi tre anni di studio, ed è chiaro che la maggior parte di queste sono le varietà fornite nel trattato. Macalister li vede come una prova della natura criptica degli ogham e come seri esempi di come l’alfabeto fosse usato per la comunicazione segreta e un sistema di memorizzazione di elementi (Ogham degli uccelli, delle acque, degli animali…).
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